mercoledì 25 novembre 2015

Londra...mi lacera con i suoi tristi ricordi!

No, non un fantasma, un incubo! La guardo fisso negli occhi e credo che la mia rabbia, il mio disappunto, o peggio, il mio orgoglio abbiano trapelato tutto l'odio che stranamente non credevo di poter provare per lei, ma forse per nessuna. Le vado incontro, mi avvicino al suo volto con il mio, senza scollarle gli occhi di dosso. La tocco, le sfioro le mani che sostengono la scatola e con impeto, dopo un istante che sembra essere un'eternità, fatto di un silenzio surreale, le strappo con veemenza la scatola e come il peggiore dei maleducati esco, nel silenzio rombante del negozio, senza salutare, con addosso tutto il peso della tensione creata in un attimo preceduto da un imbarazzo inequivocabile.
Torno sopra e di furia chiudo la porta dietro di me, senza voltarmi...non la sento sbattere, come avrei voluto che accadesse, e mi volto con lo sguardo assassino e credo che il sangue mi stesse pulsando in modo evidente sulle tempie tanto che d'istinto fa un passo indietro. Come ogni buon cattivo la seguo con lo sguardo e piano piano mi volto e comincio a restringere nella scatola tutte le sue cose, mentre la sento, ma non ascolto, le sue parole venir giù come una pioggia incessante e violenta e ogni goccia mi provoca una ferita, mi lacera e anzichè acqua a terra c'è sangue: il mio!
"Smettila di non sentirmi e guardami!"... e lo faccio, mi volto e mi fiondo su di lei, come quando stai per fare una bella scazzottata senza senso per una parola di troppo al bar.
Il fiatone di chi si sta preparando ad un incontro di box mi solleva il petto e il mio battito si sente sino al negozio di sotto. Imperativo, oscuro, quasi pazzo...pazzo per lei o per aver messo ko il mio orgoglio, non lo so, l'avrei uccisa...ma poi ho focalizzato il suo sguardo, ancor più cruento del mio. Mi prende il volto tra le sue mani e si avvicina con il suo al mio, dritto negli occhi, con una cattiveria quasi impercettibile mi sussurra: "parlami, sono qui: dimmi tutte le cattiverie che merito, fallo ora, insultami, schiaffeggiami, cacciami, ma non odiarmi, amami".
No dico: è già incredibile incontrarsi sotto casa.... o forse non lo è.... è terribile saperla di un altro... o forse no... è inconcepibile sentirsi dire "non odiarmi"... oppure solo patetico... ma "amami": che caxxo vuol dire?????
La spingo via, confuso e sfinito: "vattene, prendi le tue cose e sparisci! Non cercarmi, non venire nei posti dove potrei essere io, non esistere!".
La cosa strana è sempre la stessa: poche persone mi stupiscono, lei ci riesce sempre alla perfezione...