mercoledì 28 agosto 2019

Fede ... ci sei???

E' così, che entrando, ha bisbigliato un vecchio collega, e finalmente alzo gli occhi... 
Non pensavo nel modo più assoluto che questo lavoro sarebbe stato così impegnativo, assolutamente interessante, ma da non lasciarmi più neanche il tempo per i miei sport estremi... e per un attimo, rimpiango una libertà che prima pensavo di non avere!
Incredibile come rivaluti le tue vecchie posizioni quando ne provi a calzare di nuove.
E scopri che se lavori tanto, ti senti vivo... e più lavori e più ti piace lavorare... oppure no!
E fai il bilancio e ti ritrovi stranamente in conflitto con te stesso.
Ma pace, non ti tirerai indietro e le scadenze si accavallano, i corsi da organizzare per le prossime stagioni anche e improvvisamente odi il caldo e questa stagione... o lo hai sempre odiato. 

Non so se ho fatto la scelta più giusta amici....

JMJ

mercoledì 21 agosto 2019

La sera... porta consiglio!!!

E finalmente le sere tornano ad essere piacevoli, con l'aria che fa venire un pò la pelle d'oca, con il vento tra le foglie degli alberi, e quei suoni e sapori che caratterizzano una serata di fine estate.
Di nuovo solo, una pausa insolita... fuori nel porticato, sulla mia sedia, canoso, io e il vecchio Jack.
Sprofondato nei pensieri e nei silenzi, o rumori, della natura. E godo di questa pace.
Mentre il sole ha già finito il suo incantesimo rovente, e la luna prende colore e luce, giocando a nascondino tra i rami degli alberi.
Non è una sera come tante, ma una sera, diversa o simile a molte passate. E riposo.
A settembre ho già un'agenda piena di impegni, corsi, clienti, testi da correggere e pubblicare.... eppure qualcosa mi manca... avrei bisogno di dare di nuovo "di matto" e scappare per un pò, ma gli impegni sono impegni e questa mia vita così mi evita di pensare a ciò che più mi manca... 
Aspetto ancora un pò, mi guardo intorno: non c'è nessuno! Guardo il cellulare, cerco messaggi, chiamate non risposte... ma dove sono tutti? E sono questi i momenti in cui di solito si fanno le cazzate... e la faccio!

Il mio nuovo ufficio

Un pò la mia segretaria invisibile poteva anche aver ragione, ma il fatto di essere ora solo uno scrivano che dispensa consigli ai vari image consultant, che si diverte a commentare e fare della moda la propria massima aspirazione di vita da una scrivania, mi ha liberato.
Mi sentivo stretto in quell'ufficio con le mille vetrate, ovunque e da ogni lato... qui mi sento libero. 

Il mio non è un ufficio, il mio è un "laboratorio", dove nessuno può entrare se non autorizzato. E nessuno osa avvicinare se non richiesto.
Un pò come nella foto, ho una scrivania enorme cosparsa già di foto, di articoli di giornali, di disegni, di trattati sulla moda. Un'agenda... in carta... bellissima... tutta MIA!
Un portatile, finestre che danno luce, tutto rigorosamente bianco e rovere. Alle pareti solo qualche quadro colorato di non so quale artista, un piccolo angolo tutto per me con una poltrona, e una scrivania con una sedia, in un angolo, piccola ma efficiente per lei.
Arredato e riadattato a tempo di record.
Dopo qualche giorno, lei, adora il suo nuovo ruolo, ma non mi guarda mai, se non se strettamente necessario.
Lavora al mio fianco al 100% ma non si presta a prove tecniche, e la capisco. Non è proprio una segretaria, piuttosto una collaboratrice. E' bravissima, come lo è sempre stata. E ha un fidanzato che la adora. Incredibile, non era poi così invisibile. Si è addirittura scusata con me, poiché aveva scelto di essere la donna di un altro e non la mia. E questo in realtà ci ha salvati.... due perfetti collaboratori disinteressati ai propri sentimenti, ma che si rispettano.
Siamo una bella squadra. E ora: a lavoro.

dal WEB

lunedì 12 agosto 2019

Disastri attesi...

Impossibile non cedere alla tentazione e chiedere che la mia segretaria tornasse ad essere la mia segretaria, ma d'improvviso mi accorgo che la mia richiesta ha un non so che di anomalo, e lo percepisco sentendo il rumore dei suoi tacchi arrivare di corsa, interrompendosi solo dentro la sala d'attesa del mio nuovo ufficio....
Aveva con se scartoffie, foto, stralci di giornale, la rivista d.o.c. e qualche altro accessorio della sua scrivania.
Era infuriata. Mi ha vomitato addosso non so quante mila parole al secondo e vi assicuro che non ce ne fosse una che citasse una similitudine con la più semplicistica grazie.
Ero fermo immobile con il solo sguardo rivolto a lei ma il volto abbassato sulla tastiera, seduto sul tavolo, mentre cercavo di sistemare i contenuti del corso, neanche sono riuscito a muovere un ciglio per interromperla, e quando ha respirato, composto e con garbo annuncio: se non vuoi stare qui, puoi non accettare l'incarico. Puoi andare!
Quindi torno sulla mia esposizione al pc. La reazione è stata incontrollabile...
Vi dico solo che mi fa ancora male la guancia a distanza di qualche ora.
I miei occhiali sono volati a terra e inveito rovinosamente di nuovo sulla mia cicatrice al naso. Gli insulti che ne sono venuti dopo sono stati quasi impercettibili, tanto erano lame affilate.
Vi confesso che ho fato fatica a non difendermi, l'ho guardata severo, ho raccolto gli occhiali, asciugato il sangue, chiuso gli occhi premendo tra essi con le dita e soavemente, ancora in me: cosa vuoi?
La risposta è stata schietta: che continuassi a lavorare con me, sei il migliore, perché ti sei chiuso qui?
Quindi non era il con chi, o il dove, ma il cosa avremmo fatto...