Sarò anche controtendente ma io il caldo lo amo solo all'inizio: dopo un pò devo scappare.
E mi ritrovo di nuovo qui, lontano dalla mia terra, che trema e fa tremare, ma ero lì, proprio da quelle parti e ho pianto, anche io, per ogni dolore, per ogni perdita, per ogni voce scomparsa nella notte.
Ma la vita continua e la Svezia, fredda e uggiosa, stranamente in questi giorni ha un calore inaspettato, piacevole e arrivare qui, ed essere italiano, è un pò come essere a casa, dove l'affetto nel male comune non manca, ma forse non è mai mancato, semplicemente siamo troppo sterili da riuscire a vederlo o sostenerlo.
Entro nella redazione e trovo gente consapevole, commossa per la mia gente e sostenitrice del dolore umano, perchè ogni terra fa parte dell'umanità e ogni popolo fa parte del mondo.
Il lavoro mi distrae per fortuna, oramai più che "image consulting" di moda sono un image consulting di set fotografici, e mi piace. La scelta dello stile da fotografare, la scelta dell'idea da far realizzare come scenografia e infine, la scelta delle posizioni, dei gesti, la naturalità delle movenze, la ricerca dell'esser se stessi e lasciare al fotografo il compito di cogliere l'attimo. E così nasce la foto perfetta, quella che diventerà un'icona di stile, una pubblicità all'apparenza stereotipata e infine ciò che imprimerà nella mente il fine stesso della sua realizzazione.
E giochiamo di anticipo, con l'autunno alle porte, colori, folclore e tanto calore umano.
E un'unica risorsa: il genio di uno stilista.
E ora: posso tornare a casa....